il ricordo

Se la cecità la vision mi vieta

Il ricordar il cuore m’allieta;

 

il panorama

Distesa sei, sognante sul mare

Sull’onda sembri galleggiare,

sulla montagna a mo’ di cappello

Munanzio Planco pose il sacello,

edificato sul Monte Spaccato

un santuario è a Gesù dedicato,

gira sul faro un raggio di luce,

su retta rotta la nave conduce,

finché la tormenta infuriava

il naviglio in te si rifugiava:

per le vite umane che salvasti,

il nome Porto Salvo meritasti.

Sette spiagge ricamano la riva,

a ponente accolgono chi arriva,

il lungomar caboto è a levante

ornato di aiuole, fiori e piante;

la bianca vela sta a gareggiare

come l’ala di farfalla sul mare.

 

la storia

Nell’antichità Enea ti ha fondato

Col nome Caieta ti ha chiamato,

l’antico romano venne a stare

in te, gioioso, gli ozi a passare.

Repubblica di stile marinaro

Di Lepanto conservi il labaro,

il dominio francese, aragonese

con mura e castelli ti difese.

Nella cappella in oro decorata,

di Maria concepita Immacolata,

il dogma da Dio a Pio IX svelato,

dal rito cattolico è venerato.

Dal giogo borbonico liberata,

dall’Italia fosti abbracciata;

nutristi con l’erba della terra

i tuoi figli esuli della guerra,

distrutta da germanico furore,

germogliasti come un bel fiore,

ospitasti chi perse ogni avere

scacciato dallo slavo potere.

 

la gente

In tredici chiese, in un tempio

In un duomo prega il popolo pio;

palazzi, vicoli abita la gente

dal carattere assai prudente.

Mite è il clima, pure delizioso,

d’Italia sei il sito meno piovoso,

il soffio delle brezze marine

spazza la bruma e la caligine.

Prospera è pesca e agricoltura

Il dono che elargisce la natura.

Il bagnante alle spiagge viene,

l’euforia il turista trattiene,

la base nautica assiste e cura

chi sul mare tenta l’avventura.

A rallegrar la mensa, ristori

Effondono in aria soavi odori.

Chi giunge a stare la giornata

Resta ammaliato per una annata,

a chi anela vivere in libertà

Sant’Erasmo dona l’ospitalità.

 

il rimpianto

Non mi rimane che dirti addio

Dormi, sogna; Gaeta paese mio.

 

 

Cefarotto, 95nne gaetano

L'Associazione

Gaetavola nasce nel 2002 con l’intento di rivalutare le buone tradizioni gastronomiche del territorio comprendente Gaeta ed i comuni circostanti.

Dalle nostre tavole sempre più spesso scompaiono sapori ed odori che sono, o dovrebbero essere, parte integrante della nostra cultura e tradizione, soppiantati da prodotti commerciali che si assomigliano sempre di più annullando il gusto dei cibi.

La bontà di un pesce appena pescato, la fragranza di un dolce tipico, la freschezza di un’insalata di pomodori ovvero di un frutto appena raccolto costituiscono un piacere di non facile descrizione. La possibilità che si possa gustare qualcosa del genere nella preparazione del pasto di ogni giorno rappresenta uno dei motivi per cui si è costituita Gaetavola.

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